Tra scuola, comunicazione e Generazione Z

Da qualche anno ho iniziato, tra le mie altre attività, ad entrare in aula per parlare di digital marketing con gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore della mia città: una realtà di provincia, sicuramente diversa dalle grandi scuole delle grandi città. Ho avuto anche altre piccole esperienze di insegnamento di vario genere (corsi di formazione privati, lezioni universitarie, corsi di specializzazione, ecc.) ma di sicuro quella con gli studenti delle superiori è la più intensa, soprattutto dal punto di vista umano. Un paio di premesse sono doverose. La prima è che io arrivo a scuola passando per il mondo del lavoro e delle aziende; non sono un insegnante di professione e quindi sono abbastanza lontano dalle dinamiche quotidiane della Pubblica Amministrazione, che spesso fatico molto a comprendere. La seconda premessa è che la mia esperienza è sicuramente limitata, ma negli ultimi due anni ho avuto a che fare con circa 150 ragazze e ragazzi in quella fase delicatissima e bellissima che va dai 14 ai 19 anni, quindi ho a disposizione un piccolo campione per fare qualche riflessione incrociata tra scuola, comunicazione e Generazione Z (i nati dal 1996 in poi). Per capire quanto la mia visione fosse limitata, mi sono confrontato con altri che hanno avuto esperienze simili alla mia, e che molto spesso hanno confermato le mie sensazioni. Continue…

Oltre a lamentarti di Amazon, dammi un motivo per entrare nel tuo negozio.

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Caro commerciante, ti sento sempre più spesso lamentarti del commercio elettronico (di qualsiasi tipo, perché tu non fai distinzioni) come se fosse il peggiore di tutti i mali, forse anche peggio delle tasse. Ieri parlavi di eBay, oggi parli di Amazon, ma nella sostanza non cambia nulla. Ok, è una questione che ha talmente tante sfumature che semplificare e generalizzare troppo il discorso significherebbe sminuirne l’importanza. Vorrei però farti partire dalle basi, che spesso dimentichi troppo facilmente. Continue…

Cosa vediamo su Facebook e perché? Lo capiamo scrollando i primi 100 contenuti del news feed.

Quello che vediamo quando navighiamo su Facebook non è mai un caso. È frutto di un algoritmo che analizza il nostro comportamento per proporci i contenuti che sono più in linea con i nostri interessi e con il nostro modo di utilizzare i social. Non solo. Anche il dispositivo con cui ci connettiamo influisce sulla tipologia di contenuti che ci vengono proposti.

Mettiamo quindi subito in chiaro una cosa: il “mio” Facebook è sempre diverso dal “tuo”, e il mio Facebook da smartphone è diverso dal mio Facebook che navigo con il computer.

Mi sono voluto togliere la curiosità facendo una statistica personalissima, casereccia ed esclusivamente quantitativa, per capire che tipo di soggetto sono io per Zuckerberg. Continue…

Quello che NON devi fare se sei giovane e stai cercando lavoro con un post su Facebook.

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Un paio di giorni fa, passeggiando su Facebook mi sono imbattuto in un post condiviso da un mio contatto, che recitava tipo “Ciao a tutti, sto cercando un lavoro, mi va bene qualsiasi cosa, grazie a chi può aiutarmi”.

Spinto dalla curiosità, ho dato un’occhiata al profilo della persona che ha scritto il post. Non lo conosco direttamente, a occhio avrà circa 18/19 anni, con un’immagine profilo di quelle che metti quando sei un teenager e vuoi fare il duro. E fin qui, niente di particolare. Continue…

Riflessioni dopo il #SMDAYIT: i concetti alla base del mondo digital possono essere utili a chiunque, ogni giorno.

Ci sono cose che ti accadono nella vita che bisogna raccontare. Per me, una di queste è sicuramente l’esperienza che ho vissuto al Mashable Social Media Day Italy 2016, l’evento milanese che ha coinvolto i migliori esperti e professionisti del panorama digital italiano.

Ho avuto la possibilità di vivere l’evento a 360 gradi, lavorando nel Social Media Team, che si è rivelato una famiglia più che un team di lavoro. Persone diverse per età, background e provenienza con cui si è creato un legame fortissimo nei pochi giorni che abbiamo condiviso.

Nelle prossime righe voglio raccontare quello che mi porto a casa dall’evento. No, non parlerò di tecnicismi, strategie, tools o altra roba da addetti ai lavori. Voglio soffermarmi sull’impatto mentale che un evento come questo può avere nelle vite di chi ogni giorno si occupa di comunicazione e su tre concetti che sono – oggi più che mai – fondamentali nella vita di chiunque: relazione, innovazione, formazione. Continue…

La mappa per le discussioni è diventata virale.

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Ok, ho toccato un tasto sensibile. Ieri (31/08/2016) ho pubblicato questa foto sul mio profilo Facebook. Una riflessione semplice ed immediata, buttata giù di getto nei giorni delle discussioni sugli #webeti e sulla donazione di Zuckerberg alla Croce Rossa.
Immaginavo che sarebbe piaciuta a molti, perché so bene che sono in tanti a non arrendersi di fronte alle troppe critiche infondate, polemiche sterili e false notizie che circolano online. Quello che però non immaginavo, era che questa “mappa” potesse diventare così tanto virale. La redazione di Repubblica.it ci ha messo del suo, pubblicando nel primo pomeriggio di ieri un articolo sull’argomento che ha fatto impennare le condivisioni e le visualizzazioni, che sono ormai decine di migliaia. Oggi anche L’Huffington Post ha dedicato un articolo. Da ieri sono sommerso dalle notifiche, dalle richieste di amicizia, dai messaggi e dalle condivisioni, ma quello che mi fa sicuramente più piacere – al di là dei numeri – è il fatto di essere evidentemente riuscito ad interpretare in modo immediato un pensiero comune a molti. Un pensiero sicuramente leggero che non ha alcuna ambizione di approfondimento o di chissà quale alta finalità. Spero solo che possa essere un piccolo contributo per il miglioramento delle discussioni, on e offline.
Sono consapevole che questa, come tante altre, è probabilmente una bolla destinata a sgonfiarsi presto, quindi approfitto del momento per fare qualche ringraziamento. Grazie quindi a tutti quelli che mi hanno scritto per ringraziarmi o semplicemente per manifestare apprezzamento, a chi ha appeso la mappa nel proprio ufficio, a chi ha deciso di farne l’immagine del proprio profilo Facebook, a chi mi ha inviato la sua versione personalizzata e a tutti quelli che in qualsiasi modo stanno contribuendo alla diffusione. Ringrazio anche chi ha pubblicato lo schema senza citarne la provenienza, vi voglio bene lo stesso. Un ringraziamento speciale anche a chi l’ha criticato, in quanto non esaustivo e con molte possibili correzioni. Avete pienamente ragione!
Nei prossimi giorni magari proverò ad approfondire un po’ la questione, oggi voglio aggiungere solo un concetto: se nella nostra giornata abbiamo 5 minuti liberi per andare su Facebook e scrivere una stronzata, proviamo ad usare quegli stessi 5 minuti per informarci. Poi se per caso ne abbiamo altri 5, scriviamo quello che dobbiamo scrivere. Male che vada ci siamo fatti una cultura.

Se ne parla su: Repubblica.it – L’Huffington Post – Leggo.itBlitz Quotidiano – Agorà24 – Radio 105 – Il Mattino

Perché abbiamo paura della Realtà Virtuale?

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Quando vediamo immagini di persone che indossano visori VR (Realtà Virtuale) è opinione diffusa pensare qualcosa del tipo “Oddio che tristezza, un monitor non potrà mai sostituire la realtà”. Tutto molto vero. Qualche settimana fa su Facebook girava questa foto (↑), e in effetti i commenti tendenzialmente negativi o critici che ho potuto leggere sono stati tanti. È una tecnologia talmente immersiva che può spaventare facilmente, se non altro per la sensazione data dall’invasività e dall’estetica: una persona che indossa un visore probabilmente sembra pronta a pilotare un’astronave. Se però spostiamo il nostro punto di vista, la percezione di questo strumento cambia totalmente. È un concetto molto semplice su cui riflettevo qualche giorno fa, quando Continue…

No, non sono scomparso.

Perché aggiorno con molta meno frequenza il blog? Chi ha la fortuna di conoscermi (o la sfortuna, fate voi) sa che da ormai più di un anno ho iniziato una bella collaborazione con la web agency Fliplab, dove ricopro il ruolo di Web Strategist & Project Manager. Il tempo per scrivere su questo blog è sempre di meno e ho scelto di scrivere i miei articoli più frequentemente su #fliptheweb, il blog di Fliplab. Ci vediamo lì!

Il Social Media Marketing non è un gioco

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Lavorare nel mondo dei Social Media non è cosa semplice, e non ti permette di avere alcuna certezza. I cambiamenti sono continui, e devono essere continui anche i momenti in cui trovare i giusti spunti di riflessione. Ci sono situazioni però, che ti lasciano qualcosa dentro più del solito. In questo caso scrivo dopo essere tornato da due giorni al Social Media Strategies di Bologna e dopo aver sistemato appunti e informazioni. Il ‪#‎smstrategies‬ è stato un fantastico momento di ritrovo e di contaminazione tra professionisti che si trovano ogni giorno ad affrontare situazioni e problemi comuni, parlando la stessa lingua. Continue…

Perché c’è gente che paga per avere visibilità su Facebook?

Inserzioni, post sponsorizzati, contenuti in evidenza: li vediamo ormai da diverso tempo, ma in molti (parlo ovviamente dei non addetti ai lavori) continuano a farsi questa domanda.

Quotidianamente mi trovo a dover spiegare questi meccanismi, ma la vera difficoltà per molti, prima ancora che tecnica, è di approccio. A qualcuno non sembra normale dover pagare per sfruttare un sistema come Facebook che di base è gratuito, altri sono rimasti ancorati ai meccanismi della comunicazione pubblicitaria “tradizionale” fatta di cataloghi, volantini, manifesti, brochure, comunicati stampa e spot radio/tv. In molti, a primo impatto non riescono a vederci un reale vantaggio.

L’argomento social/visibilità/investimento è molto ampio e potrebbe essere pieno di tecnicismi e sfumature, ma spesso basta un semplice esempio per far capire il motivo per cui le aziende pagano per “mettersi in evidenza”: Continue…