Quello che NON devi fare se sei giovane e stai cercando lavoro con un post su Facebook.

iphone-speech-conference-cell-phone

Un paio di giorni fa, passeggiando su Facebook mi sono imbattuto in un post condiviso da un mio contatto, che recitava tipo “Ciao a tutti, sto cercando un lavoro, mi va bene qualsiasi cosa, grazie a chi può aiutarmi”.

Spinto dalla curiosità, ho dato un’occhiata al profilo della persona che ha scritto il post. Non lo conosco direttamente, a occhio avrà circa 18/19 anni, con un’immagine profilo di quelle che metti quando sei un teenager e vuoi fare il duro. E fin qui, niente di particolare.

Poi leggo le informazioni personali. Lavora presso “Voglia di non fare un cazzo” e ha studiato presso “voglio dormire” o qualcosa del genere. Mi cadono le braccia.

Voglio dargli un’altra possibilità e scorro tra le ultime 4/5 foto pubblicate. Sembra di guardare una puntata di Gomorra.

Ora, capisco la giovane età, ma se decidi di cercare lavoro (anche) con un post su Facebook, devi capire che chi vede quel post può cliccare sul tuo nome per guardare un attimo chi sei. E sicuramente la prima impressione non è delle più rassicuranti, per uno che dovrebbe darti uno stipendio.

Tutto questo potrebbe aprire mille discorsi sul Personal Branding (sì, si chiama così questa cosa di lavorare sulla percezione che offriamo di noi stessi), ma mi limito a farti ragionare sul fatto che i social sono i primi canali dove chi deve assumerti va a dare un’occhiata. Fai attenzione a quello che pubblichi e non nasconderti dietro improbabili opzioni che hai selezionato tra le impostazioni della privacy.

Un consiglio un po’ più pratico? Ok. Invece di scrivere “sto cercando un lavoro, mi va bene qualsiasi cosa” magari prova a spendere qualche minuto in più per raccontare chi sei e cosa ti piace fare, se fai sport, se hai degli hobby, se sei particolarmente bravo in qualcosa, o anche se qualcosa decisamente non ti piace. Ricordati che le persone assumono persone.
Probabilmente non sarà sufficiente a garantirti un lavoro, ma almeno avrai fatto uno sforzo in più per renderti “appetibile” nei confronti di chi potrebbe assumerti.

Parlare di lavoro e di giovani oggi è veramente difficile ed è sbagliato semplificare troppo la questione, ma la domanda che più spesso mi faccio quando vedo situazioni come questa (e purtroppo capita spesso) è sempre la stessa: chi glielo dice ai ragazzi come devono usare i social? I genitori? Sì, potrebbe essere una loro responsabilità, ma è accettabile il fatto che molti genitori non abbiano una conoscenza degli strumenti tale da poter consigliare il comportamento più adatto. E allora chi deve farlo? La risposta a mio avviso è una sola: la scuola. Se parliamo di giovani e giovanissimi che studiano per prepararsi (teoricamente) al mondo del lavoro, la scuola non può non tenere conto di come va il mondo oggi e di come i social possano essere, nel bene o nel male, uno strumento in grado di fare la differenza. L’educazione digitale, di cui non si parla mai abbastanza, è fatta anche di queste cose.

Quello dell’utilizzo “sbagliato” dei social per chi sta cercando un impiego, ovviamente non è solo un problema dei giovanissimi. Usare la testa sui social è un buon punto di partenza per tutti e non è mai troppo tardi per iniziare.