Due giorni al Web Marketing Festival 2015

È passata una settimana dal Web Marketing Festival che venerdì 19 e sabato 20 giugno ha riempito di gente il Palacongressi di Rimini. Ora che sono tornato alla vita di tutti i giorni è il momento buono per ricordare questa esperienza, che almeno per me è stata più o meno così:

La sveglia suona presto. Tra un paio d’ore inizierà il Web Marketing Festival ed io non ho nessuna intenzione di arrivare in ritardo.

Dopo un’ora di viaggio arrivo al Palacongressi di Rimini; la location è fantastica, vista da fuori sembra un disco volante. Il primo dei due parcheggi è già al completo. Segno buono, significa che ci sarà tanta gente. Dopo qualche minuto di fila per accedere all’altro parcheggio, sono dentro.

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Appena metto piede nella hall principale capisco di essere nel posto giusto: sono le 9.30 e già è pieno di gente che con il proprio iPhone succhia energia dalle prese di corrente, in evidente debito di batteria. Ci sono personaggi che sembrano dei fashion blogger appena usciti dal Pitti, una quantità elevata-ma-non-fastidiosa di nerd e tante barbe, cosa che mi fa sentire subito a mio agio. Bisogna guardare con attenzione a dove si mettono i piedi, perché qualcuno è talmente concentrato sullo smartphone che tirarsi una testata tra i corridoi è più facile di quanto sembra. Ah, dimenticavo, ci sono pure i giocolieri.

Vado subito alla reception dove ricevo il mio badge e la borsa ufficiale dell’evento contenente un po’ di materiale promozionale, un blocco appunti, la mappa con il programma dei due giorni e il magazine ufficiale dell’evento. Organizzazione impeccabile.

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Faccio un breve giro del Palacongressi, giusto per vedere un attimo l’ambiente dove passerò questi due giorni; un caffè al bistrot e via, subito nella “plenaria”, dove sta per cominciare l’intervento che aprirà ufficialmente il Festival.

Si fa fatica a trovare posto, la gigantesca sala è quasi piena e il ritmo è tenuto alto dalla buona musica suonata dai Sensi di Colpa. Mi siedo sperando che il drone che svolazza sopra di noi non mi cada in testa, tiro fuori l’iPhone dalla tasca (non è vero, l’avevo già tirato fuori appena arrivato per scattare qualche foto) e mi faccio un giro sui social. Qui dentro stanno praticamente tutti twittando o aggiornando il proprio stato su facebook. Me compreso, ovviamente. La voglia di fare community è tanta, sia in senso virtuale che in senso fisico, dato che per due giorni saremo fianco a fianco con tanta voglia di imparare. L’hashtag d’ordine è uno solo: #wmf15

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L’inizio è di quelli da brividi: un filmato di qualche minuto ci fa ripercorrere l’evoluzione del mondo digitale dagli anni ’70 ad oggi. Si alza il volume della musica live che accompagna sapientemente le immagini, in un emozionante incontro tra la storia del digitale e la storia della musica. Abbiamo tutti quella piacevole sensazione di far parte di una grande famiglia.

Si parte con le presentazioni dei primi ospiti e con gli interventi di apertura; sul palco c’è gente che ha molto da raccontare su innovazione, web e cultura digitale.

Finito l’intervento di presentazione comincia il via-vai tra le sale; il programma è fitto di workshop, lezioni e case-study da seguire, ma per chi ha avuto modo di organizzarsi per tempo non ci sono grossi problemi logistici. Tramite il sito ufficiale dell’evento avevo già pianificato le sale in cui sarei andato. Mi connetto, e la scritta “Federico, ecco il tuo programma” mi guida dentro il Palacongressi.

Wi-fi rigorosamente libero, slide più o meno interessanti, tante novità, curiosità, consigli e suggerimenti. La giornata passa in fretta, con degli ottimi intermezzi di musica e con tante occasioni per fare un po’ di conoscenze.

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Venerdì sera c’è la festa in spiaggia, ma io devo rientrare alla base. Peccato, sarà per la prossima.

Sabato la mia attenzione è focalizzata sulle sale dove si parla di contenuti, ma l’impostazione della giornata è la stessa del primo giorno. Ascolto interventi sui social media, sul linguaggio, sull’infotainment e su altre tematiche più generali, con la concentrazione che sembra non calare mai, complice anche un’importante dose di caffè. Subito prima della pausa pranzo tutti in plenaria per la pitch competition che ha visto uscire vincitori i ragazzi di “Friendz – L’app che ti paga per i selfie“, startup che si occupa di mettere in contatto brand e utenti che creano contenuti. Il pomeriggio riparte con le ultime lezioni e si arriva all’intervento di chiusura ed ai ringraziamenti in una volata. La pausa pomeridiana è stata uno dei momenti più social di tutta la manifestazione grazie allo stand che offriva birra.

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Saluti, strette di mano, foto, grazie, alla prossima, ci vediamo, ciao.

Due giorni pieni, impossibili da riassumere in qualche riga.

La prima parola che mi viene in mente ripensandoci? Contaminazione.
Sì, perché stare continuamente a contatto con persone che lavorano nel tuo stesso settore ma che hanno alle spalle esperienze anche molto varie tra loro, non può fare altro che aprirti il cervello ad una quantità incredibile di stimoli e di idee. Ed eventi come questo non saranno mai troppi.

Torno sicuramente arricchito, sia a livello formativo, ma soprattutto per quanto riguarda l’approccio. Sono sempre più consapevole che siamo tutti parte di un grande cambiamento, ma alcuni hanno la fortuna di prenderne parte da un punto di vista privilegiato. È una fortuna da non sprecare, che ci permette di assistere le aziende con cui lavoriamo durante un delicato processo evolutivo, fondamentale in un periodo storico come quello che stiamo attraversando.

È sicuramente un mercato complicato, dove la regola fondamentale è “non improvvisare”, ma dove di soggetti improvvisati ce ne sono fin troppi. Il nostro è un ruolo delicato; abbiamo molto da insegnare ai nostri clienti ed alle nostre aziende, semplicemente perché abbiamo sempre qualcosa di nuovo da imparare.

Chiudo questo racconto con una delle tante citazioni che mi sono rimaste nella testa durante il #wmf15:

“L’analfabeta del ventunesimo secolo non sarà colui che non è in grado di leggere e scrivere, ma colui che non è in grado di imparare, disimparare e imparare di nuovo”.