Time-Lapse: cos’è e cosa c’è dietro

Time-Lapse, dall’inglese “Tempo” e “Intervallo”, è una tecnica cinematografica che consiste nel fotografare alcune situazioni ad intervalli regolari (ad esempio uno scatto ogni 5 secondi) e con la stessa inquadratura. Successivamente gli scatti ottenuti andranno montati in successione, in modo tale da ottenere un filmato con un punto di vista “accelerato”, totalmente diverso dal solito.

Spesso il Time-Lapse viene utilizzato per riprendere fenomeni naturali, che diventano accattivanti in quanto in pochi secondi riusciamo ad osservare dei movimenti e dei cambiamenti che ad occhio nudo ed a velocità normale non riusciremmo a notare, come i movimenti delle nuvole o tutte le sfumature di colore che si succedono durante un’alba o un tramonto. L’altra “faccia” del Time-Lapse è la ripresa di situazioni che presentano già un movimento (persone o veicoli) che in questo caso viene accentuato, creando quindi un effetto dinamico molto intenso e se vogliamo “caotico”.

Con la stessa tecnica è possibile ad esempio osservare in pochi secondi un fiore che sboccia, il ghiaccio che si scioglie, la marea che sale e tutti quegli eventi che in natura avvengono in un lasso di tempo molto più lungo. Non parliamo però solo di fenomeni naturali, basta pensare ai recenti filmati nei quali in pochi secondi possiamo vedere le operazioni di recupero della Costa Concordia, durate complessivamente circa 19 ore (qui uno dei tanti video).

Non voglio soffermarmi troppo sulla questione tecnica, dato che sono già online diversi siti e pagine specializzate dove troverete numerosi tutorial, consigli sull’attrezzatura più adatta e spiegazioni tecniche sull’argomento (uno su tutti Time Lapse Italia, la bibbia dei Time-Lapser); mi limito quindi a riepilogare velocemente quello che serve per iniziare a realizzare un Time-Lapse:
– Fotocamera (preferibilmente Reflex di buona qualità);
– Intervallometro (a telecomando o integrato nella Fotocamera) necessario per impostare e temporizzare gli scatti;
– Un buon treppiede o una superficie stabile dove piazzare la macchina fotografica per ottenere sempre la stessa identica inquadratura;
– Batteria per la fotocamera di lunga durata (con eventuale ricambio) e tanto spazio di memoria per il salvataggio di centinaia di file.
– Software per la post-produzione dei file, per il montaggio delle immagini in sequenza e per l’editing finale del video.

Oltre ad alcuni altri strumenti che possono essere utili in determinati contesti per ottenere un risultato professionale (ad esempio gli sliders motorizzati) ci sono un paio di cose che non sono disponibili sul mercato, ma che sono indispensabili per la buona riuscita del vostro Time-Lapse:
– Buona padronanza della Fotocamera completamente in manuale (ogni tipo di automatismo andrà disattivato);
– Tanta pazienza.
Queste ultime due cose sono indispensabili e nelle prossime righe cercherò di farvi capire per quale motivo.

Realizzare un Time Lapse, quasi sempre significa anticipare mentalmente quello che sta per accadere; questo avviene perché noi andremo ad impostare la fotocamera all’inizio del fenomeno che stiamo riprendendo, il quale subirà nei minuti successivi diverse variazioni. Dobbiamo quindi “settare” la nostra attrezzatura in modo tale da ottenere delle buone immagini anche quando le condizioni saranno variate da quelle di partenza. Tutto questo dobbiamo farlo noi in manuale, perché se lasciamo che sia la macchina fotografica a decidere per noi quale tipo di impostazione usare (tempo di scatto, apertura di diaframma, bilanciamento del bianco e ISO), l’effetto che otterremo non sarà quello desiderato.

Se ad esempio siamo all’aria aperta, ci accorgeremo che le condizioni di luminosità varieranno in maniera significativa: basta una nuvola davanti al sole a far variare completamente l’esposizione della foto. A noi questo può anche andar bene se abbiamo intenzione di mostrare le variazioni della luce subìte da un ambiente in condizioni di tempo nuvoloso; utilizzando funzioni automatiche, però, la fotocamera cercherà di portare ogni immagine a dei valori prestabiliti, che non sono quelli che stavamo cercando e che in fase di montaggio risulteranno fastidiosi. Se stiamo riprendendo un’alba o un tramonto, la variazione della luminosità sarà ancora più drastica; in questo caso possiamo intervenire direttamente noi con delle micro-variazioni, ad esempio andando ad aumentare (o diminuire) gradualmente il tempo di scatto. È per questo che la padronanza dell’attrezzatura è fondamentale.

Mettiamo anche in conto che realizzare un Time-Lapse richiede molto tempo e molto impegno. Questo vale sia per noi che per la nostra attrezzatura, che subirà un deterioramento molto più veloce rispetto ad un utilizzo “normale”. Se il cosiddetto ciclo di vita di una macchina fotografica prevede che l’otturatore “sopravviva” indicativamente fino a 200.000 scatti, dobbiamo considerare che realizzando Time-Lapse, questa cifra verrà raggiunta in non molto tempo.
Prendiamo il classico esempio in cui per realizzare 1 secondo di video abbiamo bisogno di 24 scatti (quindi sarà un filmato di 24 fotogrammi al secondo, la velocità necessaria ad ottenere un filmato fluido): se vogliamo far durare il nostro filmato 10 secondi, avremo bisogno di 240 scatti, e così via. La mole di lavoro sarà quindi proporzionale alla lunghezza del filmato che vogliamo ottenere. Un video di 5-6 minuti richiede migliaia e migliaia di file da scattare, elaborare e montare; sarà necessario quindi anche un computer in grado di sopportare un’elevata quantità di lavoro.

Per quanto riguarda il nostro tempo che dobbiamo mettere a disposizione, questo dipende dal fenomeno che stiamo riprendendo. Se quello che vogliamo ottenere è riprodurre velocemente un movimento molto lento (ad esempio delle nuvole in una giornata con poco vento) abbiamo bisogno di impostare un intervallo di tempo abbastanza lungo tra uno scatto ed un altro (7/8″ secondi) in modo tale da poter notare maggiormente i cambiamenti; se viceversa vogliamo riprendere il movimento di alcune persone che camminano, l’intervallo sarà abbastanza ridotto (2/3″).

Avrete quindi capito che bisognerà mettere in conto di impegnare ore e ore di lavoro, magari poi buttate all’aria perché non avevamo notato una piccola vibrazione nella superficie dove ci eravamo appoggiati, perché non eravamo stati abbastanza abili nel “settare” la nostra fotocamera o perché magari qualcuno ha urtato la nostra attrezzatura facendoci perdere l’inquadratura. Bisogna quindi provare e riprovare, senza arrendersi e senza scoraggiarsi se i primi risultati non ci soddisfano.
Nel Time-Lapse la sperimentazione è fondamentale, e quella non riusciamo a trovarla in nessun corso o tutorial.

Realizzare un Time-Lapse è quindi un processo molto lungo, nel quale la fase più importante è quella iniziale, di pianificazione: bisogna sognare ad occhi aperti, guardarsi intorno e capire cosa può essere suggestivo riprendere, cosa accadrà nel giro di qualche minuto e cosa vogliamo ottenere. Una volta aver visualizzato nella nostra testa il risultato finale, bisognerà pensare attentamente a come impostare la nostra attrezzatura per fare in modo che tutto sia allineato alla perfezione, perché mai come in questo caso “Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore.”

Tutto quello che ho appena scritto, potrà sembrare banale e riduttivo per chi già si occupa di Time-Lapse e magari ha già approfondito abbondantemente la questione, soprattutto dal punto di vista tecnico. Sperò però di aver chiarito almeno in parte le idee di chi voleva capirne di più o semplicemente soddisfare qualche curiosità su questa tecnica che sono convinto nei prossimi mesi si diffonderà in maniera sempre più virale.

Adesso immagino che non vedrete l’ora di mettervi alla prova, quindi prendete la vostra attrezzatura, andate fuori, guardatevi intorno, immaginate e iniziate a scattare, provare e riprovare.

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