Perché abbiamo paura della Realtà Virtuale?

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Quando vediamo immagini di persone che indossano visori VR (Realtà Virtuale) è opinione diffusa pensare qualcosa del tipo “Oddio che tristezza, un monitor non potrà mai sostituire la realtà”. Tutto molto vero. Qualche settimana fa su Facebook girava questa foto (↑), e in effetti i commenti tendenzialmente negativi o critici che ho potuto leggere sono stati tanti. È una tecnologia talmente immersiva che può spaventare facilmente, se non altro per la sensazione data dall’invasività e dall’estetica: una persona che indossa un visore probabilmente sembra pronta a pilotare un’astronave. Se però spostiamo il nostro punto di vista, la percezione di questo strumento cambia totalmente. È un concetto molto semplice su cui riflettevo qualche giorno fa, quando al Wired Next Fest sono entrato nello stand di Sky e indossando il Samsung Gear VR mi sono visto un pezzo di Juventus-Sampdoria da bordo campo.

Ecco, sicuramente la sensazione è strana. Ormai di realtà virtuale si parla da tempo, e non è una novità dire che l’esperienza è totalizzante anche solo per il semplice fatto di non poter interagire visivamente con l’ambiente che ti circonda. Non hai modo di vedere altro, se non quello che compare nel display che hai davanti agli occhi. Non è come quando sei davanti alla tv e tua madre passa in mezzo facendoti perdere il filo di quello che stai guardando. Se stai guardando una partita con un visore VR, quando ti giri non vedi lo schienale del divano ma vedi il tifoso in curva. Il cambiamento sensoriale è radicale, c’è poco da fare.

La nostra opinione su questa tecnologia, un po’ come in moltissimi altri casi, dipende però totalmente dall’approccio con cui la affrontiamo. Se ci lasciamo trarre in inganno dal nome e la intendiamo come sostituzione della realtà siamo sulla strada sbagliata; difficilmente potremo convincerci dei vantaggi, delle applicazioni o dei risvolti positivi di questo strumento. Se invece capiamo che dobbiamo intenderla come un modo diverso di fruire un contenuto, allora sì che riusciremo ad apprezzarla, rendendoci conto che rappresenta comunque un’esperienza che non sostituisce la realtà, ma che ci fa vedere alcune situazioni da un punto di vista nuovo e per certi aspetti fantastico ed emozionante.

In soldoni, guardare una partita con il VR non sostituirà mai il fatto di essere fisicamente allo stadio, ma può tranquillamente sostituire la partita che mi guardo da solo davanti alla tv.