Scene di ordinario delirio digitale

Ci sono quei giorni in cui vai abbastanza di fretta. Sono puntualmente gli stessi giorni in cui trovi ostacoli di ogni tipo sulla tua strada: il traffico, l’incidente, la fila alla cassa. Ecco, proprio della fila alla cassa vorrei parlarvi.

Ore 12.10 di un giorno qualsiasi.
Il mega-negozio svedese giallo e blu è gonfio di gente. Ho comprato solamente un paio di cose, quindi vorrei evitare 40 minuti di fila alla cassa con sette miliardi di persone agitate perché dovranno armarsi di trapano e martello per montare tutto quello che hanno comprato.
Vedo in lontananza la scritta CASSE VELOCI. Non è un miraggio, quindi mi avvio in quella direzione. A 5 metri dalle casse ci sono frotte di clienti in preda al panico: la scritta “solo bancomat e carte di credito” crea più tensione di una finale di Champions. Superata quella barriera mentale che in una inesorabile selezione naturale elimina già il 50% dei clienti, si arriva dritti all’inferno. Continue…

Imbianchino sponsor dell’Udinese

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Michael Nino imbianchino. No, non è uno scherzo.

Oggi l’Udinese scenderà in campo con questo sponsor sulla maglia.
Michael ha 26 anni ed è uno dei vincitori del concorso Dacia Sponsor Day che per un giorno vedrà il suo nome (e della sua attività) sulla maglia di una squadra di Serie A. Un’ottima iniziativa per DACIA (sponsor dell’Udinese) che ha aperto il concorso a tutti i piccoli artigiani ed imprenditori con al massimo tre dipendenti e con un volume d’affari inferiore a 100mila euro nel 2012. Continue…

Psicologia dei colori: quando niente è lasciato al caso

Entrate in un ufficio con le pareti Blu e non ne capite il motivo. Vostro cugino ha dipinto le pareti della cucina di Giallo e a primo impatto pensate che sia fuori di testa. La sala da pranzo di un vostro amico ha i muri rossi, e ogni volta che andate lì a mangiare una pizza vi sembra di entrare in un film di Tinto Brass.

Non sono tutti matti, stanno solo seguendo i consigli della Psicologia del Colore, cioè quella valida teoria secondo la quale i colori influenzano (negativamente o positivamente) le sensazioni, gli stili di vita e gli stati d’animo delle persone. Continue…

Perchè la tua piccola impresa ha bisogno di un Social Media Manager: Seconda parte

In questo articolo continua il viaggio all’interno delle motivazioni che dovrebbero spingere la tua azienda a migliorare la propria immagine e la propria presenza nei Social Media.
(qui trovate la prima parte)

Se credi che il tuo sia un prodotto di nicchia, sappi che il Social Media Manager saprà indirizzarti verso gli strumenti capaci di intercettare il tuo target, qualunque esso sia. Probabilmente ci vorrà più tempo e sarà richiesto un lavoro diverso e più impegnativo, ma se avrai pazienza, i risultati arriveranno. Continue…

Social Media Manager: questo sconosciuto

Una delle figure alle quali facevo riferimento quando nel precedente articolo affrontavo la questione delle nuove professioni nate recentemente, è proprio il Social Media Manager, la cui professione può essere descritta brevemente come un professionista che definisce la strategia di Social Media Marketing online del brand per il quale lavora, ne analizza e ne cura tutti gli aspetti.

Come spiega molto bene Manuel Pratizzoli nel suo blog, il suo compito è quello di creare, gestire e connettere tra loro le Reti Sociali legate ad un’impresa, un’azienda, un’associazione, un brand. In particolare, il Social Media Manager si occupa di:

  • Definire, insieme al cliente, obiettivi e strategia di presenza sul Web;
  • Creare e mantenere attivi Stream, Pagine e Community sulle più adatte piattaforme sociali di Internet;
  • Produrre contenuti sempre aggiornati da pubblicare sui Social Network;
  • Ideare Contest e attività promozionali in grado di coinvolgere gli utenti;
  • Promuovere il Brand online e gestirne la Web-Reputation, facendo fronte alle libere critiche degli utenti e rispondendo alle domande degli stessi;
  • Monitorare ed analizzare i dati relativi ad accessi, contatti e conversioni ottenuti dal Brand attraverso i Social Network, così da poter fornire report adeguati sul R.O.I. e sugli effettivi risultati del suo lavoro.

È una professione spesso sottovalutata, ma che in proiezione futura ha grossi margini di sviluppo. Attenzione però a non credere che sia alla portata di tutti, è necessaria un’attenta preparazione ed è necessario entrare bene sia nei meccanismi dei Social Media, che nella realtà del brand con il quale si collabora. Il fatto che gli strumenti siano a disposizione di tutti, non significa che tutti sono in grado di sfruttarli al meglio.

Da non sottovalutare è anche l’attività di formazione a cura del manager: saranno molte le fasi durante le quali sarà il committente stesso (soprattutto se si tratta di un “piccolo” cliente) a dover creare contenuti da pubblicare sulle varie piattaforme, ed in questo è indispensabile la guida del professionista che sappia suggerire al committente (nei limiti del possibile) quali strumenti utilizzare e come utilizzarli.

Per quanto riguarda la posizione lavorativa, il professionista solitamente opera o come Freelance o come dipendente all’interno dell’azienda o associazione. Questa scelta dipende sia dal proprio modo di lavorare e da come si preferisce portare avanti la professione, sia dall’importanza che l’azienda attribuisce ad un progetto di sviluppo nei Social Media. È logico pensare che una grande azienda preferirà avere al proprio interno un ufficio che si occupi di gestire propria presenza online, mentre una piccola impresa potrà affidare ad un Freelance la creazione di una strategia più limitata sia a livello di strumenti che a livello di budget.


Vuoi sapere quale può essere la strategia migliore per la tua attività? Visita la pagina relativa al progetto Formazione Personalizzata

Opinioni – Scienze della Comunicazione: Seconda parte

Nel primo articolo relativo a questo corso di studi ho affrontato la questione da un punto di vista “morale”, cercando di capire i motivi che spingono molte persone a denigrare i corsi di studi in Scienze della Comunicazione, e quelle che invece dovrebbero essere le motivazioni alla base di una scelta così importante.

È ovvio che, oltre a queste ragioni, ce ne sono altre ben più pratiche, che dovrebbero portare ad apprezzare questo corso di studi: Continue…

Opinioni – Scienze della Comunicazione: prima parte

Scienze della Comunicazione? Scienza delle Comunicazioni? Il nome potrebbe sembrare ambiguo: sono più scienze per una sola Comunicazione o ci sono tante Comunicazioni per una sola scienza? La definizione esatta è Scienze della Comunicazione, e secondo me il vero significato è quello più profondo e più importante, quello cioè che intende la Comunicazione come un grande “Contenitore” composto da contenuti diversi applicabili a più canali possibili, in grado di soddisfare tutti i sensi.

Se ne sente parlare spesso, forse troppo, e forse sempre in maniera sbagliata: Scienze della disoccupazione, Scienze delle merendine, Scienze del fancazzismo, sono solo alcuni dei termini usati per descrivere negativamente questo corso di studi, e sono gli stessi termini utilizzati anche da alcuni politici che – mai sazi di ignoranza- sentono il bisogno di esprimere la propria opinione, quasi mai supportandola con delle valide ragioni (probabilmente sono proprio loro ad avere un estremo bisogno di migliorare la propria comunicazione, oppure hanno paura che dei buoni comunicatori possano smascherare la loro ignoranza, ma questa è un’altra storia).

L’analisi che voglio fare in questa prima parte, non entra nella specificità della Comunicazione e nell’analisi di quali possono essere le opportunità nel mondo attuale, ma è di tipo “morale”: uno stimolo cioè a ragionare in modo meno superficiale quando si parla di questa Università. Continue…